Tavoli

Si stancheranno mai di noi i tavoli? Protesi silenti,

dei nostri pugni, delle nostre mani sudate,

della saliva che a spruzzi si asperge, dei libri e del loro peso,

che non hanno mai avuto la possibilità e il gusto di leggere,

di pallose discussioni di affari, dei rutti, delle liti tra familiari,

delle urla, dei pianti, delle risate, dell’essere toccati a mani aperte sugli spigoli,

dell’isola di Sicurezza per i bambini che imparano a camminare, nel centro della stanza,

degli oggetti che vi si posano con leggerezza o con veemenza o distratta violenza,

o delle pentole calde, dei piatti caldi, delle posate posate sopra,

dello stirarci sopra abiti e scampoli, del cambiarci i pannolini agli infanti,

dei soffocanti mollettoni, o dei tappeti che solleticano sotto i piedi,

dei segni graffianti lasciati dai bambini svogliati mentre fanno i compiti a casa,

degli sguardi degli innamorati che cascano ad ogni batter di ciglio,

delle macchie di colore di coloro che seguono emozioni di sogni e segni.

Dei colpi dei martelli dei falegnami mentre li riparano,

dello scorticamento, della soda caustica che li svernicia,

delle loro gambe tornite o squadrate, delle gambe delle segretarie,

degli amanti che si fanno piedino sotto di loro, del fumo passivo,

degli amanti che si amano sopra di loro, dei vecchi che ci sbavano sopra.

Delle parole ansiose e importanti pensate da chi studia e si posano lente sulla superficie,

dei giochi a nascondino, dei tavoli trasformati in ricoveri, dove si ricavano

i primi esercizi d’indipendenza i bambini, di queste ultime i tavoli non si stancheranno mai.

 

Mauro Lovi

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