Tarshito, Ugo Marano, Agneta Holst, Shama, Mauro Lovi

Gianni Pettena

È Tarshito che ci  mette tutti assieme a metà degli anni ottanta, quando in Speciale, la Galleria fondata e condotta con Shama, fece convergere in un vento d’amore tutti noi, in vari tempi e maniere, in Puglia, a Bari, a Polignano a Mare, a Otranto… Tarshito e Mauro erano stati miei studenti, ma ci eravamo riconosciuti subito come compagni di strada, e l’occasione delle mostre a Speciale ci ha fatto lavorare insieme… A Speciale alle inaugurazioni di Mendini e Marano ho conosciuto Agneta, una cara amica di Tarshito, e così cominciammo a collaborare tutti insieme. Tarshito, Marano, Agneta e io in varie occasioni, all’Expo Arte di Bari, al Salone del Mobile di Milano, a Megalopoli, la Galleria di Agneta in Milano in cui raccolse tanti lavori di amici.
Con lei ho fatto “integrazioni”un lavoro dove si può forzare il confine tra reale e immaginario, dal mondo reale si può evadere ed entrare nell’immateriale, ma da cui si può anche tornare indietro, altrimenti è… morire… e poi ancora “poltramaca” ancora in progetto, di uscire con la motosega da un grande tronco africano: fu esposto un grande disegno ancora semiarrotolato e il tronco, con la sua corteccia, e la poltrona all’interno che doveva ancora emergere, come una scultura da un blocco di marmo. E infine un lavoro con Tarshito e Marano a Megalopoli: disegnai una “stanza” in un sottile tessuto di cotone, una tenda che occupava lo spazio espositivo appesa al soffitto e agganciata ai quattro spigoli della gran stanza. Vi si entrava e al centro una colonna di cera, accesa, di Tarshito, e sul pavimento un disegno grande e sottile, lungo le quattro pareti, quasi immateriali, fatto di piatti in ceramica, e il disegno che proseguiva da un piatto all’altro…
Molto di tutto questo e molto di più è raccolto oggi alla “Collina” la residenza di oggi di Agneta nei colli toscani, dove siamo tutti raccolti a dialogare in tante stanze, accompagnati nel nostro sussurrare dai disegni e dal mondo fantastico di Mauro Lovi che ci circonda e accompagna nel nostro peregrinare.

Gianni Pettena

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