Mauro Lovi. I luoghi delle favole vere

Maurizio Vanni

L’albero, simbolo della vita in continua evoluzione e dell’ascensione verso l’infinito, evoca il carattere ciclico della trasformazione cosmica: la morte, la ri-generazione e la ri-nascita. Nell’immaginario di ogni persona che ha avuto la fortuna di vivere in territori ricchi di boschi, di macchie e di foreste, l’albero rappresenta la protezione di una casa costruita sopra i suoi rami, il limite di una porta per una partita a pallone, il riparo da una pioggia improvvisa, il profumo della natura per mezzo della sua essenza e un inno alla vita attraverso la sua possente vitalità. Mauro Lovi, in questo suo ciclo di lavori, si è appropriato del legno non tanto come pregevole palinsesto, ma come supporto attivo per alcune composizioni che hanno l’albero, nella fattispecie il pioppo, come protagonista indiscusso e indiscutibile. In molte sue opere, infatti, il realismo della pianta è reso stagliando dal supporto il soggetto attraverso la lavorazione del fondo. In pratica, il supporto ligneo è talmente auto-referenziale, che Lovi lo lascia tale e quale proponendolo con il suo colore naturale, contaminandolo semplicemente per accentuare il rapporto con la verità. Castagneti, foreste e selve: tutto sembra strutturarsi intorno all’assenza: quella dei personaggi, quella di alcune cromie, quella delle ombre tradizionali, quella del segno accademico e quella dell’illusione prospettica. Ben presto, però, ci rendiamo conto di quanto Lovi assegni a ognuno di noi un ruolo attivo e fondamentale per la partecipazione alla sua opera. Ogni composizione, infatti, si apre al fruitore come una terra da conquistare, come un momento esistenziale da condividere, come un grido soffocato da percepire: un viaggio di scoperta e ri-scoperta che dovrebbe condurre ogni visitatore dal bosco alla radura, dall’ombra cupa della macchia alla luce del sole, dal labirinto del pioppeto selvatico alla salvezza dell’anima.

Secondo le leggende greche, il pioppo era consacrato da Ericle: quando l’eroe discese agli inferi si fece una corona di rami di pioppo. Il lato delle foglie rivolte verso di lui rimase chiaro mentre il lato rivolto verso l’esterno prese il colore scuro del fumo. Da qui l’origine mitologica del doppio colore delle sue foglie e della simbologia ad esse legata: quella della dualità di ogni essere.

Mauro Lovi non è interessato all’analisi logica della natura e neppure si pone questioni filosofiche ed esistenziali: ogni suo lavoro, infatti, potrebbe essere considerato come una tessera di un mosaico-racconto, come un elemento di un puzzle infinito che si genera e si ri-genera attraverso l’interazione con l’energia del legno. Partendo dal presupposto che Lovi, con questo suo corpus di lavori, salva da morte certa il legno – riportando alla vita la pianta perpetuandone, attraverso il lavoro artistico, oltre alla sua struttura esterna, anche l’anima –, in alcune sue strutture pittoriche è come se proponesse a ognuno di noi un filo di Arianna indicandoci, in modo più o meno diretto, la via per giungere alla radura. Ogni individuo avrebbe bisogno dello spazio aperto per manifestare il proprio essere e per ritrovare, oltre alla propria interiorità, un colloquio con gli abitanti della foresta. Il pittore lucchese ci propone un viaggio al tempo stesso memoriale e ideale: solo attraverso l’utilizzo della fantasia, infatti, ogni persona potrà dialogare con gli abitanti del pioppeto, incontrare gli animali che ci vivono e giocare con le ninfee, facendo naturalmente attenzione a non far arrabbiare Pan.

L’arte della nostra contemporaneità non può essere fruita solo con la vista. Le proposte visive di Lovi si aprono solo a coloro che desiderano viverle in modo emozionale attraverso l’interazione dei cinque sensi. Solo a quel punto le cromie grigie si trasformeranno nei “Colori vividi e caramellosi come la casa di marzapane di Hansel & Gretel”. Lo spazio espositivo “Otto. Luogo dell’Arte” si presenta proprio come luogo ideale di fruizione, come una casa di marzapane incontaminata dove tutto, ma anche il contrario di tutto, è possibile. Un luogo magico e incantato che si trasformerà, di volta in volta, in un microcosmo in grado di supportare fiabe e racconti, pensieri e stati d’animo, poesie visive e concetti strutturati dalle mani dell’uomo. Uno spazio privilegiato nel quale le energie dell’universo faranno sentire ogni visitatore protagonista assoluto della propria esistenza. L’uomo, autore del proprio destino, sceglie la foresta come protezione o come fuga dal mondo, rincorre i propri sogni per uscirne ed esalta la radura come obiettivo esistenziale. Lovi ci vuole raccontare una favola. Dobbiamo credergli.

Maurizio Vanni

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