gli artisti di megalopoli

Carla Accardi

Carla Accardi, è un’artista italiana, nasce a Trapani il 9 ottobre 1924. Dal 1945 con la sua pittura contribuisce all’affermazione dell’astrattismo in Italia. Artista tra le più originali dell’arte del secondo dopoguerra italiano. Dopo gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Palermo, nel 1947, aderendo al formalismo, è stata co-fondatrice dell’Avanguardia artistica detta Gruppo Forma 1. Avendo scelto il non-figurativo, nel 1945 crea dei lavori “autorigenerativi”, in cui dei segni bianchi si collocano su fondi neri, al fine di creare un’”antinomia spaziale”.
Nel 1977 partecipa alla Coopertarte, una cooperativa di artisti “che cercava di esplorare nuove forme di rapporto e di confronto con il pubblico”. Nel 1996 è nominata membro dell’Accademia di Brera e nel 1997, fa parte della Commissione per la Biennale di Venezia, nel ruolo di Consigliere. Sue opere sono presenti nella Galleria Nazionale di arte moderna e contemporanea di Roma (GNAM), nella Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, al MUSMA (Museo di Scultura contemporanea-Matera) al Museo del Novecento e alla Solerniana di Erice.

Rosanna Bianchi Piccoli

Rosanna Bianchi Piccoli nasce a Milano nel 1929. Studia a Brera, con Guido Ballo, Carlo Carrà e Mauro Reggiani. Negli anni Cinquanta inizia a viaggiare per approfondire studi e esperienze nell’ambito della ceramica. Suo obiettivo è collegare tradizione ceramica e arte contemporanea. E’ quello che fa nelle ceramiche di questi anni caratterizzati da una scrittura graffita che evoca antiche civiltà e si ricollega alla ricerca postpicassiana e Informale. A Milano si confronta con i giovani della sua generazione, Aldo e Marirosa Ballo, Ugo Mulas, Dario Fo, Gio e Arnaldo Pomodoro, Alik Cavaliere, Bobo Piccoli, (che sposerà nel 1965).
Vasaia nel senso antropologico che Claude Lévi-Strauss affida a quest’identità, Rosanna Bianchi Piccoli intraprende in questi anni una ricerca e un lavoro che prosegue a tutt’ oggi. Nel 1958 inizia a lavorare con la Galleria Il Sestante di via Spiga a Milano, (che rappresenta Ettore Sottsass jr., i fratelli Pomodoro, Hans von Klier e molti altri). Negli anni Sessanta e Settanta sviluppa la ricerca ceramica anche in progetti di design per La Rinascente, Pirex Ware, Richard Ginori, Megalopoli di Agneta Holst.
Principali mostre collettive e personali: Concorso Internazionale di Faenza (1957, 1958, 1960, 1964); Triennale di Milano, (1961,1964); mostre dell’Artigianato Italiano a Helsinki, (Atheneum Museum), Copenhagen, (Louisiana Museum di Humlebaek), Oslo, (Norway Design Gallery), Goteborg, (Konstmuseet), Stoccolma (1961); Belgrado, Sarajevo, Zagabria, Lubiana, Sofia, Varsavia, Buenos Aires, Francoforte (1963); Tokyo, New York (1965); XXXVI Biennale Internazionale di Venezia (1972); Terra e Terra Quattro. Museo della Ceramica di Cerro (Laveno), 1989; Galleria Vismara, Milano, (1988, 1997); Galleria Luisa delle Piane, Milano (1996, 1998, 2006); Galleria Avida Dollars, Milano (1996, 2001, 2002); Vietri, (2001); Manifatture Aristocratiche, Palazzo Cavour, Torino, (2002); Alta Temperatura, Museo Palazzo Botton, Castellamonte, (TO), 2004; Terracotta Innanzitutto, Museo delle Ceramiche, Palazzo Toschi Mosca, Pesaro, (2005); Ballo + Ballo, Il linguaggio dell’oggetto, PAC, Milano, (2009); Arte del Quotidiano, Fondazione Ragghianti, Lucca, (2009), Rosanna Bianchi Piccoli, antologica, Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, (MIC), 2010, Zoom, Italian Design, Vitra Museum, Wail am Rhein, 2011; Megalopoli, Otto Luogo dell’Arte, Firenze, 2011.

Paolo Buggiani

Paolo Buggiani è nato a Castelfiorentino , nei pressi di Firenze il 9 maggio 1933. Negli anni cinquanta partecipa alle ricerche d’avanguardia a Roma con Giulio Turcato, Alberto Burri, Piero Dorazio, Carla Accardi e Gastone Novelli. Nel 1962 si trasferisce New York, dove nel 1968 riceve una borsa di studio dalla Fondazione Guggenheim per la ricerca sulla scultura in America. Rientrato in Italia nel 1968 è attivo a Roma e Milano. A questo periodo appartengono le Sculture umane sotto vuoto, i Dipinti sulla Realtà, l’Arte Indossabile e il Fuoco come Arte. Nuovamente a New York a partire dal 1979 , le sue Sculture di fuoco in movimento , le installazioni dei Rettili meccanici e lo studio di simboli mitologici (Icaro, Minotauro) da inserire nel tessuto urbano lo fanno comparire tra i maggiori protagonisti del movimento della Street Art.
Conosciuto a livello internazionale per le grandi installazioni di sculture di fuoco, negli ultimi anni si colloca tra i più autonomi e spregiudicati artisti contemporanei. Attualmente alterna periodi di attività a New York a lunghi soggiorni in Italia, dove vive e lavora nel borgo medioevale di Isola Farnese a Roma.

Enrico Castellani

Enrico CASTELLANI Nasce a Castelmassa di Rovigo nel 1930. Studia architettura e alla fine degli anni Cinquanta è a Milano dove è esponente attivo della nuova scena artistica, in cui è determinante la presenza di Lucio Fontana. Nel 1959 abbandona una pittura nella quale sono presenti echi informali e gestuali per iniziare a definire delle superfici pittoriche nelle quali la tela dipinta in modo monocromo è soggetta a minime introflessioni ed estroflessioni ad opera di una serie di chiodi posti sul telaio sottostante. La luce diviene così elemento fondamentale del rivelare le tensioni, delle pause e dei ritmi di un rigoroso intreccio geometrico; le superfici, così modulate e prive di cornici, formalizzano un nuovo concetto spazialità. Nel 1959 a Milano con Piero Manzoni ed altri artisti, dà vita alla rivista ‘Azimuth’ e alla omonima galleria. Presente nelle maggiori collezioni e rassegne internazionali, come Documenta di Kassel, Biennali di Venezia e Triennali, si ricorda la recente grande personale al Museo Pushkin Mosca (2005). Vive e lavora a Celleno (VT).

Alik Cavaliere

Alik Cavaliere nasce a Roma nel 1926. Allievo di Marino Marini a Brera, dopo l’esordio giovanile all’insegna di un primitivismo postcubista, prese a modellare figurine di soggetto popolare in terra refrattaria, gesso policromo o legno secondo un realismo non alieno da accenti ironico-critici che dagli anni Sessanta sviluppò in senso narrativo con i cicli dei Giochi proibiti, delle Metamorfosi e soprattutto delle Avventure di Gustavo B in cui racconta la storia dell’uomo, pigmeo indifeso e deforme, nell’ambiente urbano in cui vive ed opera, e che gli è estraneo. A partire dal «paesaggio» delle Avventure – calchi naturalistici reali o fittizi di elementi vegetali non estranei alla fortuna italiana della pop art – elaborò dapprima una sorta di scultura-paesaggio, quindi, in scala ambientale, scenografie ipertrofiche, di gusto barocco, dove la figura umana è chiamata a recitare la propria anonima vicenda quotidiana. Alik Cavaliere muore a Milano il 5 Gennaio 1998.

Piero Consagra

Nato a Mazara del Vallo Pietro Consagra, è stato uno dei più prestigiosi esponenti dell’astrattismo italiano. Compiuti gli studi all’Accademia di Palermo, nel 1944 si trasferì a Roma, dove aderì all’astrattismo partecipando al gruppo ‘Forma 1′. Così l’artista sintetizzava la sua personale poetica: “Esprimere il ritmo drammatico della vita di oggi con elementi plastici che dovrebbero essere la sintesi formale delle azioni dell’uomo a contatto con gli ingranaggi di questa società, dove è necessaria volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza”.
La scultura del Consagra si propone come una scultura di idee intese, secondo suo dichiarato programma, ad “esprimere il ritmo drammatico della vita di oggi con elementi plastici che dovrebbero essere la sintesi formale delle azioni dell’uomo a contatto con gli ingranaggi di questa società dove è necessaria volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza”. Pietro Consagra è morto sabato 16 Luglio 2005 a Milano, città nella quale da dieci anni si era stabilito, all’età di 85 anni.

Gianni Pettena

Gianni Pettena, co-fondatore alla fine degli anni ’60 del movimento della Architettura Radicale e in seguito della Global Tools svolge con progetti, mobili, istallazioni, mostre, scritti teorici, saggi e testi, attività sperimentale intesa a eliminare confini disciplinari e rivisitare e reinventare alfabeti e linguaggi. Inizia in quegli anni la collaborazione costante con le maggiori riviste di architettura e design quali Domus, Modo, Casabella, che continua tuttora, così come i contributi a riviste d’arte. Numerose le partecipazioni a mostre: I.B.A. di Berlino, Trigon Graz, Biennale di Venezia per tre occasioni, Centro Pompidou, John Webern Gallery di New York.

Giò Pomodoro

Giò Pomodoro nasce a Orciano di Pesaro il 17 Novembre 1930. Viene considerato uno fra i più importanti scultori astratti del panorama internazionale del XX secolo. Già a partire dal 1955, collaborando anche con il fratello maggiore Arnaldo e con artisti del calibro di Dorazio, Novelli, Turcato, Tancredi, Perilli e Fontana, presentò delle opere al Gruppo “Continuità”, che vedeva la partecipazione di critici come Guido Ballo, Giulio Carlo Argan,e Franco Russoli. Più tardi però si staccò da questi artisti e si diresse incontro a un pensiero di “rappresentazione razionale dei segni”. Dedicatosi attivamente alla pittura, All’orificeria d’arte, alla scenografie e al design, è stato più volte invitato alle Biennale di Venezia e a Documenta a Kassel. Predilesse ampie aree fluttuanti in bronzo e grandi blocchi scolpiti nel marmo o squadrati con rigidezza nella pietra. In queste opere solitamente si aprono degli spazi vuoti che lasciano irrompere la luce del sole. Il sole, infatti, è spesso il soggetto delle sue opere (anche se non viene rappresentato esplicitamente) a cui sono legati dei precisi significati ideologici dell’autore. Muore a Milano il 21 dicembre 2002.

Michelangelo Pistoletto

Michelangelo Olivero Pistoletto nasce a Biella il 25 giugno 1933, è artista, pittore e sultore italiano, animatore e protagonista della corrente dell’arte povera. L’esordio negli anni Cinquanta, focalizzato sull’autoritratto a dimensioni reali campito su fondo neutro, ha ispirato la successiva formula dei «quadri specchianti» caratterizzati dal riporto fotografico di figure umane a grandezza naturale su pannelli d’acciaio riflettenti, così da generare effetti di trompe-l’oeil e di scarto-identificazione tra figura rappresentata e figura riflessa. Tale accentuazione del ruolo dello spettatore come parte integrante dell’opera ha trovato dai tardi anni Sessanta un esito coerente negli happenings e nelle performances teatrali. La sperimentazione sui materiali è proseguita da un lato con l’uso di materiali di recupero, che ne ha segnato l’accostamento all’Arte Povera e all’estetica pop e neodadaista dall’altro con il ripensamento della finzione classicista attraverso l’impiego di un materiale “anticlassico” come il poliuretano. Nel 2002 ha ricevuto dalla presidenza della Repubblica il Diploma di Benemerito della Cultura e dell’Arte. Nel 2003 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera alla 50° Biennale di Venezia e nel 2003 gli è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Scienze Politiche, all’Università di Torino.

Ettore Sottsass

Ettore Sottsass Jr nasce a Innsbruck il 14 settembre 1917, è stato architetto e designer italiano. Si laurea in architettura al Politecnico di Torino nel 1939, quindi inizia la sua attività a Milano nel 1947 dove apre uno studio di design, collaborando con Giuseppe Pagano. Nel 1949 sposa Fernanda Pivano. Fa in un primo tempo parte del Movimento Arte Concreta per aderire poi allo Spazialismo. Dal 1958 inizia la sua collaborazione, che durerà per oltre trent’anni, con la Olivetti in qualità di computer design. L’anno successivo vince il Compasso d’oro, primo di una serie di importanti riconoscimenti internazionali. Nel 1980 apre lo studio “Sottsass e associati” e nel 1981 fonda il gruppo Memphis insieme ad architetti di prestigio di tutto il mondo. Vari sono i campi artistici in cui si sperimenta, in particolare nelle arti visive. Nel 1988 esce Terrazzo, rivista da lui ideata e realizzata, e che uscirà fino al 1996. Grandi mostre internazionali e grande fama: Sottsass è stato uno dei più grandi nomi del design e uno dei maggiori architetti del secolo scorso. Morì il 31 dicembre 2007 per complicanze cardiache di una influenza.

Ugo Marano

Lo scultore Ugo Marano, nato all’inizio degli anni Quaranta, si avvicina all’arte della ceramica intorno alla fine degli anni Sessanta frequentando la manifattura ceramica vietrese “Ri.Fa.” di Matteo Rispoli. Nel 1971 Marano avvia il “Progetto Museo Vivo” al fine di modernizzare la tradizionale produzione della ceramica vietrese. Superando il concetto di funzionalità dell’oggetto ceramico realizza opere dal titolo “Egostrumenti”, “Antipavimento” e teorizza l’”Antirestauro”. Nel 1979 apre la “Fabbrica Felice” che lui stesso definisce: “…architettura di lavoro in cui si sviluppano attività espressive sul principio della realizzazione individuale e collettiva…” Negli anni Settanta/Ottanta, nel suo studio di via Casa Forte 16 a Capriglia in provincia di Salerno, Marano abbandona definitivamente il concetto di oggettualità della ceramica e considera la realizzazione dell’opera quasi esclusivamento come elemento comportamentale facendo così dell’argilla lo strumento espressivo più versatile a sua disposizione. All’inizio degli anni Novanta Ugo Marano completa il suo iter artistico con il progetto, al quale partecipano la moglie Stefania Mazzola e il figlio Paolo, il “Museo delle 99 Terre” la cui prima operazione si realizza nel 1992 con la creazione del gruppo dei “Vasai di Cetara” una comunità di allievi ceramisti in continuo mutamento il cui scopo è: “… aprire in ogni angolo della terra una fornace, anche domestica, di libertà e comunicazione…”

Bobo Piccoli

Bobo Piccoli nasce a Milano nel 1927. Artista fra i più interessanti del secondo dopoguerra in Italia. Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera con Funi e Carrà. Nel 1946 aderisce al manifesto post-picassiano Oltre Guernica. Sono gli anni in cui nel suo primo studio di via Larga a Milano, inizia a dipingere, a disegnare, a collaborare con registi (Vittorio De Sica) e architetti. In questi anni la sua pittura si sviluppa in un segno materico di marca Informale, ma è anche influenzata da importanti suggestioni surrealiste e metafisiche. Le fonti sono PIcasso e Savinio, E poi molte altre. Negli anni Cinquanta sue ‘Fugure’ distillano una profonda riflessione sull’esistenza, Sartre e Bekett sono alcuni degli scrittori che ama di più. Intanto i progetti per l’architettura procedono di pari passo con la pittura in una ricerca orientata all’unità delle arti con l’inserimento della pittura nell’architettura, nell’urbano e nel sociale. Inizia a lavorare con la Galleria dell’Ariete di Milano, di Beatrice Monti della Corte, dove realizza diverse personali. I suoi progetti con gli architetti Battistoni, Fiori, Latis, Menghi, Mello, Rizzi, Scarzella, Sgrelli, Zanuso, sono presentati in diverse Triennali e pubblicati su Domus. Bobo Piccoli muore nel 1981 mentre dipinge nel suo studio. Sue opere sono nella Collezione Boschi di Stefano del Museo del Novecento di Milano.

Bobo Piccoli nasce a Milano nel 1927. Artista fra i più interessanti del secondo dopoguerra in Italia. Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera con Funi e Carrà. Nel 1946 aderisce al manifesto post-picassiano Oltre Guernica. Sono gli anni in cui nel suo primo studio di via Larga a Milano, inizia a dipingere, a disegnare, a collaborare con registi (Vittorio De Sica) e architetti. In questi anni la sua pittura si sviluppa in un segno materico di marca Informale, ma è anche influenzata da importanti suggestioni surrealiste e metafisiche. Le fonti sono PIcasso e Savinio, E poi molte altre. Negli anni Cinquanta sue ‘Fugure’ distillano una profonda riflessione sull’esistenza, Sartre e Bekett sono alcuni degli scrittori che ama di più. Intanto i progetti per l’architettura procedono di pari passo con la pittura in una ricerca orientata all’unità delle arti con l’inserimento della pittura nell’architettura, nell’urbano e nel sociale. Inizia a lavorare con la Galleria dell’Ariete di Milano, di Beatrice Monti della Corte, dove realizza diverse personali. I suoi progetti con gli architetti Battistoni, Fiori, Latis, Menghi, Mello, Rizzi, Scarzella, Sgrelli, Zanuso, sono presentati in diverse Triennali e pubblicati su Domus. Bobo Piccoli muore nel 1981 mentre dipinge nel suo studio. Sue opere sono nella Collezione Boschi di Stefano del Museo del Novecento di Milano.

Bobo Piccoli nasce a Milano nel 1927. Artista fra i più interessanti del secondo dopoguerra in Italia. Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera con Funi e Carrà. Nel 1946 aderisce al manifesto post-picassiano Oltre Guernica. Sono gli anni in cui nel suo primo studio di via Larga a Milano, inizia a dipingere, a disegnare, a collaborare con registi (Vittorio De Sica) e architetti. In questi anni la sua pittura si sviluppa in un segno materico di marca Informale, ma è anche influenzata da importanti suggestioni surrealiste e metafisiche. Le fonti sono PIcasso e Savinio, E poi molte altre. Negli anni Cinquanta sue ‘Fugure’ distillano una profonda riflessione sull’esistenza, Sartre e Bekett sono alcuni degli scrittori che ama di più. Intanto i progetti per l’architettura procedono di pari passo con la pittura in una ricerca orientata all’unità delle arti con l’inserimento della pittura nell’architettura, nell’urbano e nel sociale. Inizia a lavorare con la Galleria dell’Ariete di Milano, di Beatrice Monti della Corte, dove realizza diverse personali. I suoi progetti con gli architetti Battistoni, Fiori, Latis, Menghi, Mello, Rizzi, Scarzella, Sgrelli, Zanuso, sono presentati in diverse Triennali e pubblicati su Domus. Bobo Piccoli muore nel 1981 mentre dipinge nel suo studio. Sue opere sono nella Collezione Boschi di Stefano del Museo del Novecento di Milano.

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